And what am I to do
Just tell me what am I supposed to say
I can't change the world
But I can change the world in me
If I rejoice
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Succede a volte. Conosci una canzone da vent’anni, la ascolti un freddo e lucente pomeriggio di Febbraio sul 12 preso per un soffio, e provi dei brividi. Quei brividi, quelli che solo il rock, il tuo rock, ti sa dare.
Rejoice, U2. Vale a dire l’attimo in cui la miccia si dimostra dinamite.
Rejoice ha un posto speciale nella classifica delle mie canzoni: non è la mia preferita (invecchierò senza averne mai trovata una definitiva) ma è stato con questa canzone del 1982 che io ho scoperto la musica, e non intendo dire ovviamente che prima di allora non avevo mai visto girare un vinile o guardato Dee Jay Television. Prima di imbattermi in Rejoice conoscevo e riconoscevo già le canzoni dei ragazzi di Dublino alle prime note per causa – merito, merito, merito – di mio fratello e mia sorella, letteralmente impazziti per Joshua Tree (anno di grazia millenovecentoeottantasette).
Da Joshua, il mio approccio "passivo" agli U2 si è trascinato così per un paio d’anni, fino all’estate del 1989 (sia chiaro, non sottovalutate questi due anni passivi: è stato come suggere latte materno, musicalmente parlando). Quel giorno d’estate sarebbe rimasto anonimo e incolore nella mia vita, senonchè il fratello a cui devo questa passione ha iniziato a suonare i suoi preziosi vinili nel giradischi Pioneer del 1970. Lo faceva spesso, come spesso io me ne stavo sul divano a leggere i miei libri per ragazzi a copertina rossa rigida, di ritorno dal mare, o in attesa di andarci.
Bene, mentre inseguivo Nemecsek lungo la via Pal nelle sue ricognizioni da soldato semplice, qualcosa è penetrata nella mia mente, nella mia anima, divampando come un fuoco estivo sulla collina, in pochi attimi. Ho abbassato il libro sulle ginocchia, restando bloccato, ipnotizzato per tre lunghi ed estatici minuti, mentre tutto il mondo intorno continuava come nulla fosse, a velocità normale.
Il tempo di Rejoice. Tre minuti, per scoprire due cose. Due cose che hanno segnato il corso della mia vita, a pensarci seriamente.
Ho capito l’espressività artistica del rock.
Ho scoperto la scintilla che animava quei ragazzi. Io l’avevo afferrata, percepita, vissuta. Come una intuizione, come una rivelazione, un’esperienza confusa e ben oltre il razionale, che le parole non potranno mai rendere; che solo la musica, e solo quella musica così vibrante mi aveva dato.
Il Rock, la Grande Madre delle emozioni, mi aveva raccolto ed accolto, così per caso ad undici anni. Ed aveva deciso di farlo con una fulminea intro di Edge, una ritmica incessante ed un ragazzo acerbo che con tutto se stesso, con ansia, con passione feroce cercava di chiedermi cosa avrebbe dovuto fare, cosa mai avrebbe dovuto dire. Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare il mondo in me.
(If I) rejoice.
Succede a volte. Conosci una canzone da vent’anni, la ascolti un freddo e lucente pomeriggio di Febbraio sul 12 preso per un soffio, e provi dei brividi. Quei brividi, quelli che solo il rock, il tuo rock, ti sa dare.
Rejoice, U2. Vale a dire l’attimo in cui la miccia si dimostra dinamite.
Rejoice ha un posto speciale nella classifica delle mie canzoni: non è la mia preferita (invecchierò senza averne mai trovata una definitiva) ma è stato con questa canzone del 1982 che io ho scoperto la musica, e non intendo dire ovviamente che prima di allora non avevo mai visto girare un vinile o guardato Dee Jay Television. Prima di imbattermi in Rejoice conoscevo e riconoscevo già le canzoni dei ragazzi di Dublino alle prime note per causa – merito, merito, merito – di mio fratello e mia sorella, letteralmente impazziti per Joshua Tree (anno di grazia millenovecentoeottantasette).
Da Joshua, il mio approccio "passivo" agli U2 si è trascinato così per un paio d’anni, fino all’estate del 1989 (sia chiaro, non sottovalutate questi due anni passivi: è stato come suggere latte materno, musicalmente parlando). Quel giorno d’estate sarebbe rimasto anonimo e incolore nella mia vita, senonchè il fratello a cui devo questa passione ha iniziato a suonare i suoi preziosi vinili nel giradischi Pioneer del 1970. Lo faceva spesso, come spesso io me ne stavo sul divano a leggere i miei libri per ragazzi a copertina rossa rigida, di ritorno dal mare, o in attesa di andarci.
Bene, mentre inseguivo Nemecsek lungo la via Pal nelle sue ricognizioni da soldato semplice, qualcosa è penetrata nella mia mente, nella mia anima, divampando come un fuoco estivo sulla collina, in pochi attimi. Ho abbassato il libro sulle ginocchia, restando bloccato, ipnotizzato per tre lunghi ed estatici minuti, mentre tutto il mondo intorno continuava come nulla fosse, a velocità normale.
Il tempo di Rejoice. Tre minuti, per scoprire due cose. Due cose che hanno segnato il corso della mia vita, a pensarci seriamente.
Ho capito l’espressività artistica del rock.
Ho scoperto la scintilla che animava quei ragazzi. Io l’avevo afferrata, percepita, vissuta. Come una intuizione, come una rivelazione, un’esperienza confusa e ben oltre il razionale, che le parole non potranno mai rendere; che solo la musica, e solo quella musica così vibrante mi aveva dato.
Il Rock, la Grande Madre delle emozioni, mi aveva raccolto ed accolto, così per caso ad undici anni. Ed aveva deciso di farlo con una fulminea intro di Edge, una ritmica incessante ed un ragazzo acerbo che con tutto se stesso, con ansia, con passione feroce cercava di chiedermi cosa avrebbe dovuto fare, cosa mai avrebbe dovuto dire. Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare il mondo in me.
(If I) rejoice.
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(L)
17 commenti:
ehi(L), ma che ci avevano sulla capoccia i nostri wonder quattro negli anni '80?Mia zia ha un cane del tutto simile all'acconciatura del batterista.
Il rock.Le favole che i grandi si raccontano prima di andare a dormire.O per non dormire proprio.
Se li avessi visti anzichè sentiti, forse adesso avrei un'altra band preferita...
caro (L) cosa ascolti oltre agli u2?
mi associo ad always_awaken.
adesso basta! mi sento offesa nella mia dignità di donna!Non solo mio marito fa il puttaniere, ma qui si insultano gli U2!Ah è troppo!pretendo le scuse con una lettera pubblica!Mica cotica!
Mi associo a alway_awaken e n. Cosa dite, facciamo un bel girotondo anti-U2? Anzi no, diamogli il premio di gruppo meno floozie del secolo.
Io queste sensazioni le ho avute con "perchè lo fai" di Masini.
Capii allora che avevo dei problemi.Gossi problemi.
Gruppi a artisti preferiti da L:
Eagles
Doors
Dylan
più altre musica datata varia (citazione particolare per led zeppelin, CCR, Who, Smiths).
Dei nuovi niente in particolare, tranne forse strokes.
Italiana: Rino Gaetano Idolo.
T al telefono in diretta mi suggerisce floozie band...
(L) non conosce affatto i Doors, quello è semmai (N)...
lo stesso dicasi per Who e Led Zeppelin...
Anche di mio fratello non sa una mazza!
(N) ascolta solo i KISS e l'ho visto ad un concerto dei Four tops
(N) ha sempre denigrato i Doors con questa frase: "Doors? fuckin'in the ass" (vedi live at matrix)
io so la verità: il gruppo preferito sia da (L) sia da (N) è "Katrina and the waves", celebre per l'insuperabile singolo "Walking on sunshine". Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
ah, io sono d'accordo...
Ah, io pure. La si ascolta sempre al massimo del volume il Lunedì mattina.
"i'm walkin' on sunshine, oh-oh!"...
"abbassa il volume,Barry!"
"NON POSSO! E' GIA' AL MASSIMO!!!"
"non ho detto 'alza',ho detto 'abbassa'!!!"
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