Ezio beveva. Era il più grande bevitore che io e gli altri avessimo mai conosciuto, e aveva solo ventun’anni. Beveva birrini, bricchi di tavernello, negroni, beveva davvero di tutto, tranne lo champa. Non aveva abbastanza grana per lo champa. Ezio faceva l’operaio in una fabbrica d’armi nel cuore produttivo della Val Trompia, prima faceva l’imbianchino in proprio, ma gli era venuta una malattia alle pelle delle mani causata dai solventi delle pitture. Alla fabbrica d’armi, Ezio si trovava bene, aveva conosciuto un sacco di ragazzi e con loro si sparava delle birre colossali durante la pausa pranzo tra una discussione e l’altra di fiche, minigonne per le auto, marmitte e calcio. Tutto procedeva tranquillo nella vita di Ezio, almeno così dava a vedere, finchè un giorno Nando non lesse sul “Giornale di Sciabbre” che era agli arresti domiciliari, perché trovato in possesso di un panino di 300g di Hashis, fortuna che era incensurato. Ezio in realtà non fumava canne, e non voleva nemmeno diventare miliardario, cercava solo di arrotondare per potersi permettere ogni tanto qualche puttana e qualche cena. Il vizio delle troie, l’aveva preso dal suo vecchio, che non era altro che Ezio da grande; unica differenza, che Ezio Jr. rispetto al vecchio preferiva i travoni. Amava le chiappe sode dei travoni sopra ogni cosa, una sorta di Tinto Brass amante dei travoni. Spesso per prenderlo in giro gli dicevamo che secondo noi era un po’ finocchio, perché secondo me e i miei amici, amanti tutti della fessa original, un transessuale è comunque un uomo (per lo meno in origine); allora lui cercava di spiegarti che un travo non era un uomo, ma una sorta di musa venuta da lontano e che i pompini erano quelli di un uomo, che le tette erano quelle di donna che il culo erano di tutti e due e che il cazzo qualcuno se l’era fatto pure togliere, probabilmente a Barcellona o a Londra. Insomma secondo lui provare per credere. Si era talmente preso bene da sta storia dei travoni che ultimamente, quando si usciva tutti insieme e se ne parlava usciva fuori con storie assurde, ma in cui credeva fermamente.
“Il mio povero Nivaldo la settimana prossima viene operato al cazzo a Londra, quasi quasi prendo un Ryanair vado su in ospedale a fargli un po’ di coccole”
“Ma sei sballato…vecchio risparmia i soldi del volo e fatti una troia piuttosto” dice sarcastico il compagno di sbronze Nando
“Guarda che io Nivaldo siamo innamorati davvero, ci vogliamo talmente tanto bene, che ormai me lo faccio senza preservativo” era inutile continuare il discorso e si faceva un cin all’amore di Ezio e Nivaldo.
Sta di fatto, che ora, con gli arresti domiciliari, era un gran casino. Ezio stava per perdere il lavoro, come mantenersi? Decise allora di fare massaggi a domicilio, chiamò il commercialista e si fece aprire partita iva, chiese al suo amico avvocato di provincia ed ebbe il suo benestare. Detto fatto. Inutile entrare nello specifico dei massaggi, potremmo scadere in volgarità inutili, quello che si sa è che i suo primi cinquemila euro (tutti fatturati perchè la sua morale di sinistra glielo imponeva) li dovette spendere da un chirurgo plastico per farsi i seni, poiché i clienti iniziavano a diventare esigenti. Il problema è che quando Nivaldo tornò da Londra, rimase sconvolto, immaginate voi, uno che dopo essersi fatto fare le zucche e la passera per il suo Eziuccio, si trova l’amato anch’egli con le tette. Insomma, per quanto fossero awanti anni luce rispetto alla Brescia bigotta in cui vivevano, a Nivaldo la soluzione coppia travolesboexeterosenzauomodoppietette non piaceva affatto. Durante una cenetta al lume di candela, Nivaldo si infuria un casino e minaccia, anche se a malincuore di lasciare il suo amore.
“Ezio sei un gran bastardo! Avrei fatto di tutto per te, mi stavo anche facendo fare la topa, avevo anche pensato ad un clitoride ultrasensibile per te.”
“Ma dai amore non fare così, ero a casa senza un soldo e dove trovare un modo per campare..ti prego non lasciarmi” Eziuccio implorava come un cane bastonato con le lacrime agli occhi.
Una volta a casa, prima di andare a letto, decisero di bersi un goccio di Jack senza acqua in parte; Nivaldo mise nel bicchiere del suo amato quindici sedici gocce di Roipnol – il Roipnol fa un casino se mescolato all’alcol – in dieci minuti Ezio volò nel mondo dei sogni. Il suo bel travone, tirò fuori bisturi vari e incise le tette di Ezio, ne tirò fuori i siliconi gelatinosi, gli abbassò le mutande e fece un sospiro di felicità quando vide che l'asportazione del pene non era ancora avvenuta. Con grande delicatezza, cucì le incisioni, e il bel Ezio era tornato un uomo prestante senza pere. La mattina seguente Ezio si svegliò e si rese conto di non avere più le pere, commosso di felicità per la dimostrazione d’amore da parte del suo travone, lo svegliò e fecero l’amore tutta la mattina con la luce del sole che filtrava dalle ante. Le vie dell'amore sono infinite.