Ieri sera grande spettacolo a teatro: la Bella Addormentata di Tchaikovsky ha fatto il "tutto esaurito" grazie alla popolarità del soggetto, alla bellezza indiscussa della musica e alla presenza del balletto di Kiev (si sa che i russi sono esperti di balletto).
Ma, come c'era da aspettarsi, la delusione è stata pari all’aspettativa.
Sorvolerò sulla pessima esecuzione orchestrale e le cappellate del primo violino, lasciamo correre l’esecuzione coreografica priva di qualsiasi sentimento e perdoniamo lo scenografo per il suo gusto estetico oltre i limiti del kitsch.
Ma che fine hanno fatto le ali delle fate?
Perché, dovete sapere, da quando il balletto romantico ha introdotto tutta una serie di fate, silfidi, ondine e quant’altro, è sempre stata tradizione che il costume della ballerina impegnata in questo genere di ruoli fosse corredato di due piccole alette trasparenti attaccate in fondo alla schiena. E ieri sera, in uno spettacolo che è paragonabile ad un museo in movimento che riporta in vita abitudini di un’epoca ormai passata, mancavano proprio le tradizionali alette a tutte le fate.
Sarà un sintomo dei nostri tempi? Siamo diventati indifferenti verso queste piccole cose? Spero di no e spero anche di non essere stato l’unico ad accorgersi di questo fatto, insignificante forse agli occhi di molti, ma strettamente legato alla nostra capacità di farci incantare dal sogno e dall’immaginazione.
Ridatemi le ali, voglio continuare a sognare!
Ma, come c'era da aspettarsi, la delusione è stata pari all’aspettativa.
Sorvolerò sulla pessima esecuzione orchestrale e le cappellate del primo violino, lasciamo correre l’esecuzione coreografica priva di qualsiasi sentimento e perdoniamo lo scenografo per il suo gusto estetico oltre i limiti del kitsch.
Ma che fine hanno fatto le ali delle fate?
Perché, dovete sapere, da quando il balletto romantico ha introdotto tutta una serie di fate, silfidi, ondine e quant’altro, è sempre stata tradizione che il costume della ballerina impegnata in questo genere di ruoli fosse corredato di due piccole alette trasparenti attaccate in fondo alla schiena. E ieri sera, in uno spettacolo che è paragonabile ad un museo in movimento che riporta in vita abitudini di un’epoca ormai passata, mancavano proprio le tradizionali alette a tutte le fate.
Sarà un sintomo dei nostri tempi? Siamo diventati indifferenti verso queste piccole cose? Spero di no e spero anche di non essere stato l’unico ad accorgersi di questo fatto, insignificante forse agli occhi di molti, ma strettamente legato alla nostra capacità di farci incantare dal sogno e dall’immaginazione.
Ridatemi le ali, voglio continuare a sognare!
(AP)
8 commenti:
caro AP, la prossima volta posso venire anch'io a teatro? portami con te e raccontami dell'anello del Nibelungo.
ma se le ali erano posizionate in fondo alla schiena allora erano appena sopra il sedere...mi sto chiedendo in che modo le muovessero...forse le han tolte proprio per quello..puntini puntini.
..cazzata.
senti ballerina lo so che sei la dani..1l'hai scritto qui accanto a me!
ma mi chiedevo: visto che l'anello del Nibelungo era dotato di molti poteri magici, sarà stato anche in grado di vibrare?
................ti aspetto!
Ma AP sta per Apicella?
Mi sa che abbiamo arruolato un maestro di stile. Complimenti, gran post.
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