mercoledì 17 gennaio 2007

ES, Super-Io e Lio (De Brixiae Localibus, parte seconda)

Comincerei così: se non siete mai stati al Lio Bar, significa che abitate in un'altra città.
Ok, ok... In realtà è assolutamente possibile che non lo conosciate: non è in centro, non dà l'idea di essere niente di speciale da fuori e davanti al Lio bar passa il binario della linea Brescia-Iseo-Edolo (o qualcosa del genere...), elemento che potrebbe indurre più di qualcuno a ritenere che si tratta di una casa cantoniera (e mi sa che la era proprio: comunque il treno la sera non passa, perciò non dovete guardarvi sovente alle spalle o piazzarvi con una sedia in attesa, come Pozzetto ne "Il ragazzo di campagna").
Invece è un locale. Bello?
Sì, di una bellezza tutta sua.
Frequentato?
Molto. Nel week end e al Martedì, pieno dentro e fuori, nel cortile, sul binario.
Sinceramente, non so dirvi perchè di Martedì è così pieno. E' vero che c'è musica live, ma raramente ho sentito qualcuno di meritevole (se vi interessa la musica da Lio, potreste essere più fortunati la Domenica).
Semplicemente, è strapieno. E' un dato di fatto, qualcosa che è cominciata quando io ero troppo piccolo per scolarmi birre, fumare tabacco e commentare le tizie più o meno elegantemente. Così come è un costume ereditato quello di andarci tardi, di chiudere serata, spesso di restare al freddo, di fare la coda molti minuti per avere una Corona o un Braulio e di galleggiare come un naufrago tra naufraghi, e salutare Tizio, e far finta di non vedere Caio (io faccio così, mi spiace), e sperare di vedere quella tizia con quell'altra e...
So cosa vi state chiedendo: ma se non ti piace, perchè ci vai?
In realtà non mi dispiace affatto, e Lio è proprio tagliato per fare il barista. Al Lio ho passato delle serate memorabili, ad esempio quella della mia festa di laurea (ragazzi che delirio...).
Probabilmente, c'è questa cosa che non mi va: che non sei tu che scegli di andare al Lio. E' decisione collettiva, inerzia, attrazione inconscia e - su dillo, su dillo, su dillo - è... è... voglia di essere lì in mezzo. Ecco.
Lio è lo spirito oggettivo di Hegel relativamente ai locali (e questa è spettacolare, modestia a parte). E sono troppo fottutamente individualista per ammettere candidamente che mi piace.
Perciò, cosa volete che vi dica? Andateci e moltiplicatevi, ammesso che sia possibile, più di così. Di sicuro ne vale la pena, ma poi non lamentatevi con me se non vi piace, se avete preso freddo e se il treno non è passato...
Io ve lo avevo detto.
(L)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Pota , io sono uno dei gnari che ci va all'Lio però a me mi piace perchè ci trovo i tipi che non vedo da una cifra.
E poi c'e pieno di figa che però non me la danno mai perchè se la tirano a Brescia.
Però sto Hegel non l'ho mai incontrato anche se tu dici che è il fratello spiritoso di Lio e allora non sapevo che Lio è un crucco,e che ha perso al mondiale con l'Itaglia.POOO PO PO PO PO POO POOOO.Forza gnari della curvaaaa

Anonimo ha detto...

effettivamente a prima vista non c'è alcun motivo per andare al lio, è infatti opinione comune che il lio sia oggettivamente squallido; la zona periferica dietro all'ultimo dei binari ferroviari (la tratta brescia-iseo-edolo è alquanto sfigata)dovrebbe far ribrezzo anche ai più temerari eppure ha un fascino particolare e attira migliaia di bresciani da anni. e se è vero che se voglio giocare a pincanello vado da gibo, se voglio bere un diavoletto vado allo scarabeo e se voglio bere l'assenzio vado all'agrado; non può essere vero che se voglio bere una buona birra o ascoltare buona musica vado da lio! e allora perchè? e soprattutto perchè è sempre cosi pieno? e ancora, perchè non passa mai di moda?
Quando inizi ad andare al lio sei generalmente molto giovane, sei incuriosito perchè ne hai sentito parlare, ma quando lo vedi la prima volta non capisci cosa ci sia di speciale e lo bocci. ti senti superiore di quelle persone che non si rendono conto che è squallido e pensi che non ci ritornerai più.
passa un pò di tempo e inevitabilmente arriva il giorno in cui non hai voglia di giocare a pincanello, o di bere un diavoletto o di fare qualsiasi altra cosa, le varie sconfitte al suddetto gioco o le troppe sbornie iniziano a pesare e ti sembra una buona idea rifugiarti in quel posto in periferia dietro la stazione dove tutto è talmente brutto che puoi fare quello che vuoi. è l'inizio della fine! nel giro di poco tempo passi più tempo al lio che in qualsiasi altro posto e a chi ti chiede come mai ci vai gli rispondi che non può capire...!
passano gli anni, al lio ti conoscono tutti e anche quando vai da altre parti sei sempre super in canna; finchè un giorno, dopo una grande serata passata da protagonista in discoteca, sali in macchina ancora frastornato, inserisci il pilota automatico e inizi a sognare il tuo futuro pieno di soddisfazioni e consensi, direzione casa! ma al tuo risveglio ti ritrovi, con non poca sorpresa, da LIO!!!
è tardi il lio è chiuso e non c'è più nessuno. il lio è li, ma non ti è più familiare: nessuna luce, nessun rumore, è squallido, trascurato, insomma non è più il lio. improvvisamente hai come la sensazione che si allunghino le orecchie, urli! ma non è più un suono umano... e con la coda tra le gambe torni a casa, quella vera!
basta ormai sei grande è ora di pensare al futuro, non puoi più andare al lio devi dimostrare di essere uomo...!
ancora una volta ne parli male e per un pò di tempo, con l'aria da illuminato, lo eviti apposta. basta periferia preferisco il centro, basta bicchieri di plastica voglio quelli di cristallo, basta lio preferisco piazza arnaldo! finalmente sai quello che vuoi, studi,lavori, ti vesti bene e sei sempre in canna. le orecchie sono tornate normali e ti senti benissimo. uff, pericolo scampato!
col tempo però tutta questa luce ti abbaglia, non vedi più nulla e anche il divertimento diventa un dovere ed è li che ti torna in mente il lio: un volta ogni tanto non farà mica male! così come un figliol prodigo ci torni e capisci che ci tornerai per sempre!
il lio è uno stile di vita e se è vero che non ci sarebbe vita senza morte, che non ci sarebbe il giorno senza la notte, ne il centro senza la periferia; allo stesso modo non ci sarebbe piazza arnaldo senza il lio. il lio è la perfezione, chiude il cerchio, è la parte oscura della stessa medaglia e allora vediamo che in quel posto si realizzano alcune delle idee più belle dei beipensanti: ricchi e poveri, comunisti e fascisti, giovani e vecchi, belli e brutti tutti insieme formano un'orgia di idee ed opportunità come non si realizza in nessun altro posto.
al lio c'è chi trova lavoro, chi l'amore, chi un amico (lino ha trovato un tesoro... con quello che si fa pagare). il lio è la trasgressione, l'anticonformismo, la tana del tuo lato oscuro.
è chiaro che chi passa tutte le sere al lio non farà niente di buono nella vita, ma chi non c'è mai stato farà ancora meno perchè la sua vita non è completa, non puoi diventare grande se non ci sei mai stato.
il lio è lo spartiacque tra gli adulti e i bambini,tra gli uomini veri e bigotti, tra cio che è floozie e ciò che non lo è.
w il lio, w il paese dei balocchi

Anonimo ha detto...

Ciii vediaaamoo da Liiiooo...primaa o poiii

Anonimo ha detto...

A me il Lio mi fa cagare.

Anonimo ha detto...

non so, a volte mi piace a volte no. Troppa gente che si guarda dall'alto in basso. Ma le rotaie danno quel tocco metropolitano che amo. E' bello quando siamo solo noi e pochi altri. Anch'io ho fatto lì la mia SUPER FESTA di laurea: indimenticabile.

Anonimo ha detto...

ah e ho detto che a me il Lio mi fa cagare?

Anonimo ha detto...

Proprio indimenticabile la Super Festona della Dani! Ci pensiamo ancora tutti con nostalgia.. quando prendi la seconda laurea che bissiamo?

Anonimo ha detto...

..intanto devo puffancora ringraziare ila e Worst, che tanto ammiro (entrambi)per il super regalo puffoso. E poi mi devo anche godere il super regalo puffoso e poi pufferò se continuare con una seconda laurea o puffare altro. Puffato?